Squalo volpe
OBBLIGO BREVETTO OPEN WATER DIVER
Questa spedizione è dedicata allo studio dell’Ecologia dello Squalo volpe pelagico Alopias pelagicus. L’isola di Malapascua, in Filippine, rappresenta uno degli hot spots dove, nel periodo della stagione secca, è possibile osservare una abbondante concentrazione di esemplari di squalo volpe. Questo nuovo progetto che avrà inizio nel 2026 prevedrà la raccolta dati sull’identificazione degli squali volpe mediante segni distintivi presenti ai lati del corpo dell’animale, sulla misurazione in taglia mediante laser-fotogrammetria, sesso, stadio di maturità e sul comportamento predatorio. La maggior parte degli studi su questa specie sono stati fatti nell’Oceano Pacifico, a Taiwan, in Mar Rosso, nel Mare delle Andamane e in alcune aree dell’Oceano Indiano, ma sono quasi del tutto assenti a Malapascua, nelle Filippine e non vi sono studi etologici a riguardo. Oltre agli squali volpe, sarà possibile osservare in altri siti anche lo squalo tigre. La raccolta dati sarà indirizzata soprattutto a studenti universitari e subacquei appassionati di squali.
PROSSIME SPEDIZIONI IN PROGRESS:
Reinviare la Scheda Adesione compilata a: spedizioni@centrostudisquali.org
Approfondimento
Lo squalo volpe pelagico (Alopias pelagicus) è una delle tre specie di squali volpe ad oggi note ed è la più piccola tra queste. Lo squalo volpe è caratterizzato da una pinna caudale che presenta un lobo superiore estremamente lungo, a volte anche quanto l’intero corpo dell’animale, che lo squalo utilizza come arma o come frusta per stordire le prede di cui si nutre, ingerendole successivamente con la sua minuta bocca (Oliver et al., 2013). Nonostante sia una specie fortemente pelagica, è spesso facile osservare lo squalo volpe pelagico a basse profondità nelle cosiddette cleaning stations, ovvero aree di pulizia dove questi squali si fanno rimuovere i parassiti dalla pelle e ripulire le branchie da altri pesci (Grepp, 2019). È uno squalo ovoviviparo dove è stata osservata la presenza di oofagia (Otake, 1981) come negli squali bianchi e addirittura, nel Pacifico, sembrerebbero esserci due popolazioni distinte geneticamente (Cardenosa et al., 2014). Nelle Filippine, è stato osservato direttamente il parto di una femmina di squalo volpe (Oliver, 2015), evento eccezionale dal momento che osservare uno squalo partorire è davvero rarissimo. Pochi altri studi sono stati fatti sulle cleaning stations (Grepp, 2019), tassi di crescita (Oliver, 2023) e parassitologia della specie (Oliver, 2023) nelle Filippine, sui movimenti orizzontali in Indonesia (Shidqui et al., 2024) e verticali in Mar Rosso (Arostegui et al., 2020), sui tassi di crescita e aspetti riproduttivi nell’Oceano Indiano (Drew et al., 2015) e nel Pacifico (Liu et al., 1999; Romero Caicedo et al., 2014), sulla dinamica di popolazione e sulla dieta sempre nel Pacifico (Tsai et al., 2010; Polo-Silva et al., 2019) e sugli aspetti ecotossicologici in Messico e nel Pacifico centro-orientale (Lara et al., 2020; Calle-Moran et al., 2020).
Alle Filippine, dunque, i pochi studi ad oggi presenti consentiranno ai ricercatori del CSS di approfondire le tecniche di foto-identificazione degli squali volpe e di comprendere le tattiche di predazione utilizzate per stordire le prede con il lobo superiore della pinna caudale.










